LA CITTA' DI MEKI
Meki è una cittadina di circa 35.000 abitanti -attualmente in crescita - situata nell’Etiopia centrale, a Sud della capitale Addis Abeba. Dal punto di vista politico appartiene allo Stato dell’Oromìa (che tra i 9 Stati della Repubblica Federale Etiopica è uno dei più vasti), alla Regione East Shoa e alla woredà (Provincia) Dugda Bora. Questa, di cui Meki è capoluogo da circa 15 anni, include oltre 50 Comuni (chiamati kebelè o anche associazioni dei contadini in campagna) di cui 3 dislocati in città. Il divenire provincia ha portato a Meki una maggior presenza amministrativa (responsabili alla sanità, istruzione, agricoltura) e di strutture governative (tribunale, polizia); questo facilita di molto i rapporti tra la Chiesa Cattolica di Meki ed il Governo. Ultimamente gli stati etiopici stanno tendendo maggiormente all’autonomia tanto da aver adottato ognuno una propria lingua ufficiale, usata specialmente a livello burocratico. Questo ha fatto sì che l’Oromìa abbandonasse la lingua e l’alfabeto amarico per la lingua oromiffa e l’alfabeto latino. In realtà, però, l’amarico rimane la lingua più usata insieme alle lingue locali.
Dal punto di vista geografico-naturalistico si trova a circa 1600 m d’altitudine, in una lieve conca (bassopiano) all’interno della Rift Valley, che è una frattura di origine tellurica estesa dal Mar Rosso sino al Kenya. Sulla strada che collega Addis Abeba a Meki, ma anche più a Sud, si trovano numerosi laghi di origine vulcanica. La presenza dei laghi attorno a Meki e il sottosuolo composto di pietre porose (come la pomice) rende molto efficiente l’utilizzo di pozzi per l’estrazione dell’acqua che si trova tra i 40 e i 20 m sottoterra. Meki è poi attraversata dal “quasi-omonimo” fiume Maki, di natura piuttosto torrenziale, molto usato, attraverso l’uso di pompe, per l’irrigazione. Purtroppo l’acqua non è potabile (è limacciosa e in più gli animali che attraversano il fiume la rendono melmosa e infetta), ma talvolta viene ugualmente bevuta. Si diceva che un tempo la zona di Meki era una foresta di acacie; attualmente è stata quasi completamente disboscata per dare spazio all’agricoltura e per ricavare carbone. Il terreno a Meki è piuttosto sabbioso, ma relativamente fertile, tanto da permettere l’adozione di diverse colture. Per quanto riguarda il clima, a Meki non si può parlare di primavera, estate, autunno e inverno, ma di stagioni secche e stagioni delle piogge; queste ultime sono due e vanno da fine Febbraio agli inizi di Maggio (piccole piogge) e da fine Giugno a metà Settembre (grandi piogge). Generalmente sono regolari, ma negli ultimi due anni (2002-2003) non hanno rispettato il calendario creando enormi problemi all’agricoltura. Le temperature si aggirano mediamente tra i 15 e i 35 gradi centigradi. Trovandosi nella Rift Valley il vento è abbondante tanto da sollevare nelle stagioni secche vere e proprie nebbie di sabbia capaci talvolta di nascondere il cielo per qualche giornata. Ciononostante il vento è utilissimo poiché rende ideale l’uso di mulini a vento per l’estrazione dell’acqua dai pozzi La popolazione è composta da circa 35.000 individui, tribù predominante, specialmente in campagna, quella Oromo, ma si trovano anche i Guraghe, i Kambatta, i Tigrini. Per quanto riguarda la situazione economica di Meki, le fonti principali per il sostentamento della
popolazione sono l’agricoltura e l’allevamento; in città non vi sono industrie. La coltivazione prevalente è quella del mais (su cui si basa molto l’alimentazione), è molto usato anche il frumento ed il tieff (cereale simile al grano, ma con una piccola spiga di circa 1 cm e chicchi molto piccoli di colore rosso o bianco), meno diffuso l’orzo. A differenza di altre località, tra cui Gambo e Gighessa (2000/2300 m), a Meki non si riescono ad avere due raccolti ma solo uno. Ovunque si trova un discreto (e talvolta eccessivo) numero di bovini (che muoiono nelle siccità) di pecore, capre e asini. Affianca l’attività agricola la distillazione dell’arakè, alcolico ottenuto con un lavoro molto pesante dal mais o dall’orzo; se ne occupano prevalentemente le donne “per tirare avanti” e, purtroppo, spesso questo loro lavoro risulta sottopagato. A Meki sono numerosi i negozietti ed i bar; pochi e modesti gli alberghi. Nessuno può mancare al giovedì, perché è il giorno di mercato: giorno di incontro e di qualche affare.
LE STRUTTURE DELLA CITTA' DI MEKI
Qui elenchiamo le principali strutture di Meki ad esclusione di quelle gestite dalla Chiesa Cattolica di cui tratta la pagina sulla "Missione di Meki". Se parliamo di strutture religiose bisogna sapere che la maggior parte della popolazione appartiene alla Chiesa Ortodossa (Copta). Questa presenta tre importanti parrocchie in città e molte più piccole in campagna, tutte facenti parte della diocesi di Zway. La chiesa ortodossa non è sola: vi sono le Chiese Evangeliche, che attraggono molti giovani in città, e i Musulmani che pur essendo poco organizzati sono molto numerosi (al secondo posto dopo gli ortodossi) e stanno edificando moltissime moschee.
Non si possono tralasciare le strutture civili. Dal momento che Meki è capoluogo di provincia vi sono tutti gli uffici politici, amministrativi, di polizia, i tribunali ed una sede della Banca Commerciale Etiopica. La Chiesa Cattolica non è l'unica a curare l’istruzione, infatti Meki ospita due scuole elementari, due medie ed un nuovo liceo governativo, purtroppo insufficienti per il fabbisogno. A fianco delle “scuole ordinarie” stanno nascendo quelle che vengono chiamate “informal schools” (scuole informali). Si tratta di scuole con programmi non governativi ma che forniscono un’istruzione di base: insegnano a leggere e scrivere, oltre a basi di matematica, geografia e storia. Coloro che le frequentano con buoni risultati possono accedere alla classe 2a o 3a nelle scuole del governo. Quanto alla sanità, esiste un solo ambulatorio governativo, anche se, durante gli ultimi sette-otto anni, sono nate come per incanto molte piccole farmacie private: importantissime poiché spesso sono in grado di fungere da pronto soccorso. Infine in città c’è una piccola rete di acqua potabile che da sola non basta (costituita da tubature serbatoio e pompa elettrica), la rete elettrica e telefonica (un tempo davvero precarie) e due distributori di benzina e nafta: Shell ed Agip.
Un doveroso ringraziamento per la realizzazione di questa pagina va a Padre Giovanni Monti.
aggiornamento pagina: 26 settembre 2004 |