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Da "Avvenire" del 25 aprile 2005

(sito internet: www.avvenire.it )

 

 

LA STELE DI AXUM E' TORNATA IN ETIOPIA

 

 

È il giorno dell'addio. L'ultimo troncone della stele di Axum è pronta per tornare a casa, nella valle dei templi. È lì che 68 anni fa fu raccolta da terra, spezzata, dalle truppe italiane di occupazione, portata a Roma come bottino di guerra e fatta montare da Benito Mussolini in piazza di Porta Capena, a due passi dal Circo Massimo, davanti a quello che era il palazzo del ministero dell'Africa Orientale Italiana, oggi sede della Fao, come simbolo della potenza dell'Italia imperiale. Ieri sera, l'ultima parte dell'obelisco, con la cuspide restaurata che alcuni anni fa venne scheggiata di notte da un fulmine, ha preso il volo dall'aeroporto militare di Pratica di Mare, vicino a Roma, insieme con il basamento su cui poggiava - una pietra sacrificale sulla quale nel mitico regno axumita venivano fatti sacrifici umani - a bordo di un gigantesco Antonov, per essere stamane ad Axum. E così l'ultima parte della stele delle polemiche, si riunirà agli altri due pezzi che questa settimana, con due viaggi, sono già stati portati in Etiopia. L'intera operazione di trasporto è costata quasi 2.422.000 euro.

«Siamo veramente grati all'Italia per averci restituito uno dei simboli storici del nostro Paese che ci fu tolto - ha commentato ieri l'ambasciatore della Repubblica Federale Democratica di Etiopia a Roma Mengistu Hulluka. È un successo diplomatico, un segno dei buoni rapporti tra l'Italia e l'Etiopia, che apre un capitolo nuovo nelle relazioni tra i due Paesi. La vecchia storia è chiusa , se ne è aperta una nuova». E accanto al diplomatico c'erano ieri donne etiopi, nel loro abito tradizionale, bianche tuniche con fasce multicolori, che hanno agitato a lungo bandierine, ballato, cantato e lanciato grida di gioia, quando due gigantesche gru hanno sollevato e adagiato su binari in titanio il troncone della stele con il suo kit da viaggio, un'imbragatura in carpenteria metallica, del peso complessivo di 58,9 tonnellate.

Così come erano contenti e soddisfatti del lavoro fatto, durato un anno, dallo smontaggio, fino al collocamento nell'enorme pancia dell'Antonov, operai, tecnici e responsabili della società Lattanzi, di Roma. Sono stati loro a curare tutta l'operazione, sia in Italia sia ad Axum, dove verrà rimontata la stele costruita circa 1.700 anni fa ed alta 24 metri, per un peso complessivo di 160 tonnellate, arrivato a 180 per il materiale con cui è stata protetta per il trasporto. «Durante tutte le fasi di quest'operazione non si è staccato un solo frammento, così come ci aveva chiesto la sovrintendenza archeologica» ha assicurato l'architetto Michele Daniele.

 

 

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aggiornamento pagina: 27 aprile 2005